Siamo vicini alla raccolta, bisogna fare attenzione alle seguenti malattie: Botrytis Cinerea e Marciume Acido.
La Botrytis cinerea è un fungo o Ascomycota (tipologia cui appartengono anche la pennicillina e la muffa dei formaggi) appartenente alla famiglia Sclerotiniaceae. La Botrytis Cinerea è un parassita molto comune, che si diffonde molto facilmente, sia nel cassetto di verdure del frigorifero che nelle colture, dal momento che attacca molte varietà di frutta, verdura e fiori, anche se quella più famosa ed economicamente più significativa è l’uva. Sebbene sia possibile combattere questo tipo di muffa, è difficile tenerla sotto controllo e rappresenta un problema primario per l’agricoltura in tutto il mondo. In viticoltura è comunemente nota come marciume grigio o muffa grigia. L’aggettivo latino cinerea (di cenere) si riferisce al colore grigio cenere assunto dall’uva a causa delle spore di questa specie. Attualmente la Botrytis Cinerea è la malattia che provoca i danni più ingenti nei vigneti di tutto il mondo. Tra gli attacci di Botrytis più tristemente famosi vi è quello degli agrumeti in Sardegna del 2006, quando l’infezione si diffuse in maniera particolarmente virulenta, anche a causa di condizioni climatiche del tutto anomale. Non tutti i mali vengono però per nuocere. Dobbiamo infatti ringraziare la Botrytis per il fatto che tutte le foglie che cadono dagli alberi in autunno vengono poi smaltite in modo così efficiente, in modo che il ciclo della vita possa poi ricominciare daccapo. La Botrytis Cinerea si sviluppa con grande rapidità nel periodo della maturazione delle uve ed è in grado di provocare notevoli deprezzamenti del raccolto. La Botrytis Cinerea come muffa grigia richiede una costante e prolungata condizione di terreno imbibito o un elevato grado di umidità atmosferica e l’attacco provoca un marciume distruttivo acido che comporta la caduta dei grappoli colpiti.
Questa malattia è causata da un complesso di lieviti e batteri il cui vettore è rappresentato dal moscerino della frutta. È da considerare che nessuno degli agenti associati al marciume acido è capace di penetrare in modo attivo la cuticola degli acini, di conseguenza tale alterazione (al pari della botrite) è favorita da tutti quei fattori che concorrono a determinare lesioni sugli acini del grappolo: Oidio, tignole, tripidi, ecc. Generalmente i primi sintomi di marciume acido si verificano in corrispondenza dell’inizio dell’invaiatura dell’uva. Gli acini attaccati hanno una colorazione nocciola (uve bianche) o rosea (uve rosse) e con, almeno all’inizio, turgore inalterato. In questo momento la malattia non è facilmente individuabile. Successivamente la buccia diviene più sottile, gli acini si svuotano, il succo che fuoriesce imbratta quelli sottostanti rendendoli lucidi ed emana il caratteristico odore pungente dell’aceto. In questa fase sono sempre presenti i moscerini della frutta ad ogni stadio del loro sviluppo indispensabili per l’instaurarsi della malattia. All’interno degli acini svuotati si ritrova una sostanza lattiginosa costituita da colonie di microrganismi. In questa fase la malattia è facilmente riconoscibile.
Dalle osservazioni condotte in vigneto risulta che il grappolo inizia a manifestare suscettibilità al marciume acido dopo l’invaiatura ed aumenta proporzionalmente al crescere della percentuale in zuccheri e quindi con il progredire della maturazione. Molto spesso la presenza del marciume acido avviene contemporaneamente con attacchi di botrite. I danni che il marciume acido arreca alle uve consistono essenzialmente nella diminuzione del contenuto zuccherino e nell’aumento di acido acetico, gluconico e di glicerina; una ulteriore limitazione è data dalla presenza di sostanze polifenoliche ossidate. Il vino ottenuto da queste uve presenta inoltre una alta torbidità, odori e sapori sgradevoli ed una notevole predisposizione all’insorgere di alterazioni microbiche. Uve con bassa percentuale di attacco danno vini che possono essere tecnologicamente “migliorati”, mentre quelle fortemente attaccate difficilmente daranno prodotti commerciabili.
Il nostro esperto consiglia di effettuare 1, 2 trattamenti direttamente sull’uva con BI-POTAS seguendo la dose di 400gr per 100lt di acqua. Il BI-POTAS è bicarbonato di potassio in polvere, prodotto con effetto corroborante, che aiuta la pianta a proteggersi dai danni causati da organismi nocivi o da situazioni ambientali anomale. E’ innocuo per l’uomo e per gli animali domestici, ecocompatibile. Il contenuto in potassio ha un riscontro positivo anche sulla nutrizione della pianta. Spruzzato sulle foglie crea un ambiente ostile nei contronti di diverse crittograme, aumentando le difese naturali della pianta.
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