La mosca dell’olivo, detta anche mosca delle olive o mosca olearia, la cui larva è una minatrice della drupa dell’olivo, è considerata l’avversità più grave a carico dell’olivo.
Ha un apparato boccale lambente-succhiante, cioè prima lecca e poi ne succhia la polpa. Gli adulti infatti si nutrono dei succhi zuccherini che fuoriescono dalle olive nel punto in cui l’hanno bucata.
Il buco che fanno serve sia a nutrirsi, sia a depositare le uova. Le uova quindi rimangono dentro l’oliva e, quando si schiuderanno, daranno vita a delle larve che rimarranno dentro l’oliva e si nutriranno della sua polpa, scavando gallerie.
Come se non bastasse, il foro d’entrata può permettere anche l’intrusione di numerosi microrganismi che provocano i marciumi. Come conseguenza si avrà la caduta delle olive.
I danni sono gravi soprattutto quando avvengono in tarda estate o inizio autunno, quindi prima della raccolta. Questo per due motivi principali:
Le olive sono già formate e la pianta non ha più possibilità di produrne altre.
È difficile intervenire, specialmente con prodotti chimici, in modo da rispettare il periodo di sicurezza che va dal trattamento alla raccolta.
Se le olive risultano danneggiate si ricava un olio di scarsa qualità, più acido del normale e con aroma completamente diverso a causa dell’odore della muffa che assume.
Gli olivicoltori si sono ormai abituati ad effettuare monitoraggi in campo per valutare la pressione della mosca sull’impianto. Il monitoraggio in campo deve avvenire fin dalla primavera, in modo da avere un’idea della pressione che questo insetto avrà sulla coltura nei mesi successivi. Il monitoraggio attraverso trappole cromotropiche o a feromoni può dare dunque una idea della presenza dell’insetto, che può anche provenire da individui svernanti su olive non raccolte per motivi di economicità e da piante abbandonate: le olive rimaste sugli alberi dall’anno precedente fungono da ‘inoculo’ per quello successivo.
Ad influenzare la popolazione delle mosche sono poi i fattori ambientali. Dopo il picco primaverile la pressione dell’insetto si fa più consistente in luglio-agosto e spesso soprattutto in settembre-ottobre, quando le temperature scendono e aumenta la frequenza delle piogge.
Esistono bollettini diramati dai Servizi fitosanitari regionali che eseguendo monitoraggi in campo e tenendo conto dell’andamento climatico, fanno delle previsioni sulla presenza della mosca olearia in campo.
Nell’era post-DIMETHOATE è tuttavia necessario passare da un approccio solamente curativo ad uno preventivo che tenda a impedire o scoraggiare la deposizione delle uova nelle drupe da parte della femmina di mosca olearia.
Di seguito i nostri consigli per fare prevenzione contro la mosca dell’olivo.
CAOLINO (clicca qui per la scheda del prodotto) può essere impiegati per imbrattare gli olivi e renderli meno attrattivi da parte delle femmine. Questo prodotto, registrato come corroborante e non come fitofarmaco, maschera il colore verde delle drupe e l’odore, scoraggiando la femmina alla deposizione dell’uovo e ne favorisce quindi l’allontanamento. Con il caolino è necessario rinnovare la copertura in presenza di piogge abbondanti e comunque da ripetere il trattamento ogni 20 giorni alla dose di 4-5Kg/hl. Per una migliore distribuzione consigliamo l’utilizzo di ugelli nelle pompe > di 1,5.
MANISOL (clicca qui per la scheda del prodotto) Si tratta di concime fogliare con rame e microelementi in polvere bagnabile biologico. Contiene il 5% di rame. Oltre a costituire un importante apporto di rame per le esigenze nutrizionali della pianta, Manisol rappresenta un’efficace protezione nei confronti dei colpi di calore e delle bruciature causate dalle radiazioni solari. Risulta efficace contro le punture della mosca dell’olivo, infatti la polvere di roccia presente nel prodotto inibisce all’insetto di deporre le uova, e anche se riuscisse a deporle le punture risultano sterili. Seguire il dosaggio di 3-4 kg/hl. e fare 2-3 trattamenti preferibilmente a partire dall’allegagione.
ZEOLITE (clicca qui per la scheda del prodotto) La zeolite è un prodotto biologico utile a prevenire gli attacchi della mosca dell’olivo. Questo materiale di origine vulcanica ha una struttura cristallina e microporosa. Miscelata con l’acqua e distribuita sulla pianta, la zeolite crea una barriera protettiva che impedisce agli insetti di attaccare l’olivo. Si può somministrare a partire dalle ripresa vegetativa nella dose di 300-400 g/hl, ripetendo l’operazione ogni 7-15 giorni a seconda della frequenza delle piogge dilavanti.
SPINTOR FLY (clicca qui per la scheda del prodotto)
Prodotto a base di spinosad (insetticida di origine biologica) e contenenti una esca attrattiva per la mosca dell’olivo. Il prodotto deve essere applicato in quantità ridotte (1 L/ha diluito in 4 L di acqua) su metà degli alberi dell’impianto attraverso una pompa a spalla (per piccoli oliveti) o attrezzature dedicate. L’irrorazione deve avvenire a gocce grosse (non nebulizzate) e a ‘macchia di leopardo’. Quando l’insetto, attirato dall’esca, si nutre del prodotto muore in poco tempo a causa dell’ingestione dell’insetticida.
EPIK SL + POLTIGLIA BORDOLESE (clicca sui nomi dei prodotti per le schede) Epik SL ha un’ottima efficacia se applicato precocemente, entro la fine dell’estate, eventualmente ripetendo il trattamento 20/25 giorni dopo. Intervenendo precocemente in chiave preventiva la mosca può essere efficacemente controllata, massimizzando le rese anche in termini qualitativi dell’olio estratto. La dose unica di impiego di Epik SL su olivo è di 150 ml/hl oppure, di 1,5 L/ha. Il prodotto può essere applicato fino a tre volte nel corso dell’anno, sospendendo i trattamenti a 21 giorni dalla raccolta. Combinandolo con prodotti rameici, come la poltiglia bordolese, scoraggia la femmina a depositare l’ovo in quanto imbratta le drupe.
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